Non scrivevo un post da davvero un sacco di tempo eppure stavolta non sono riuscito a trattenermi.

E proprio qui abbiamo il primo punto interessante (anche se a molti potrà sembrare banale, ma ragà, il Manga c'ha i suoi bei 46 anni), perchè il povero Akira Fudo, viene sì posseduto da un demone, con arti caprini coda e ali da pipistrello, ma conserva immancabilmente il suo cuore da essere umano. Lo stesso cuore che non gli permette di restare a guardare di fronte alla crudeltà, questa volta dei suoi simili umani manifesta in atti di bullismo, fanatismo o razzismo. La voce di Akira è la voce di ognuno di noi che spinge alla lealtà, ad un ideale di giustizia non tanto legale quanto etico. L'opera di Go Nagai ha toccato ogni argomento scottante della sua epoca con grazia e poetica, ma anche con crudeltà e cinismo.
E volendo vedere, in fin dei conti, si tratta degli stessi problemi, all'epoca estremizzati, che non abbiamo risolto in 50 anni.
Ma lasciando la filosofia dell'opera in sè da parte, l'opera di a Maasaki Yuasa stupisce per ben altro.
Sia il lavoro di regia che di direzione artistica, infatti, mi hanno personalmente colpito dal primo momento. Le tinte piatte, appena sfumate per rendere ombre e luci, e i colori di palette che vanno dal pastello delle ambientazioni di giorno ai neon notturni delle discoteche regalano una scelta visiva non proprio "standard" e quindi solo apprezzabile. La fluidità dei movimenti, le orripilanti trasformazioni che potrebbero rendere fiero un David Cronenberg al meglio della sua forma e lo stile di disegno, da molti su vari blog denigrato in quanto "assurdo" e "sproporzionato" che ad alcuni addirittura è parso "grottesco" per me è stata solo parte gradita.
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Momento Cronenberghiano. |
E ultima, ma decisamente non ultima la colonna sonora assolutamente perfetta. Mi ha ricordato a tratti i temi di "Devil May Cry 3" nel suo stile disco-dark dal sapore profano nei momenti di massima crudeltà visiva per poi concedersi ampie boccate di dolcezza e sentimento con il tema portante di piano ( episodio 9, veramente straziante).
Per il resto che dire...Un ritmo incalzante fin dalla prima puntata, quella della trasformazione di Akira, che mette subito in chiaro una cosa: non aspettatevi un anime buonista o dove gli eroi trionfano per il semplice fatto che la loro volontà è più forte di quella dei loro avversari. Aspettatevi di tutto, aspettatevi un'opera che farà veramente incazzare, che farà tristemente riflettere e che farà davvero commuovere, anche gli animi più stoici (non sto scherzando affatto).
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Tako, resti il mio preferito. Da gatto e da Devilcat. |
Devilman è un elogio all'empatia, quella vocina che spesso soffochiamo per paura o per disinteresse. Lo strumento così potente e in grado di accomunare tutti e di cui spesso dimentichiamo l'importanza per sentirci erroneamente più forti. Ma sta proprio in questa empatia la forza di Devilman, un essere dalla forza straordinaria e brutale, a cui nulla impedisce di dimostrarsi superiore, ma governato da un cuore puro e sincero pronto ad affrontare qualsiasi cosa per proteggere le persone a lui care e la bellezza che c'è nel mondo. Non serve che ne parli ulteriormente io, basteranno poche immagini ad esprimere tutto quanto. Come la scena riproposta rispettivamente all'inizio e alla fine della serie di Ryo e Akira con il micino morente o il combattimento con i due demoni Silen e Kaim. Il messaggio di Miki sui social per sensibilizzare il mondo sui Devilman o la triste storia della famiglia Makimura ( roba che chimere di FMA levatevi).
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"Un demone può provare Amore?" |
Difficile è per me andare oltre senza fare spoiler. Posso solo dire di aver amato questa nuova trsposizione del capolavoro di Nagai e di averci sofferto veramente tanto. Spero di vedere al più presto qualcosa di nuovo di Maasaki Yuasa che sicuramente ha superato ogni più rosea aspettativa e concludo con una citazione dalle parole di Ryo Asuka con la quale si apre il primo episodio:
"L'amore non esiste, quindi neanche la tristezza esiste."
