giovedì 14 dicembre 2017

AT WORLD'S END - "Facciamola finita" o andiamo avanti meglio di prima?

Data stellare: 14 dicembre 2017. Sono passati due mesi  dai miei 25 e posso finalmente vantare un nuovo strumento di disegno digitale, La Huion 220, presa su  Amazon prima di passare a "Prime". Un po' di novità in effetti ci sono state a ben pensarci. Il suddetto schermo tablet fighissimo, il materiale da scultura  (creta, aggeggini che  non so come si chiamano etc...), le serie di Netflix che solo ora mi rendo conto di non aver più concluso come "The Punisher" e "Mindhunter", l'ingresso in Prime video, spinto dall'incredibile curiosità di vedere The Man in the High Castle, la serie tratta dal libro capolavoro di Philip K. Dick:"La  svastica sul sole". Ma anche Preacher, Mr Robot e una seconda mano di American Gods che non fa mai male. Tutto questo condito con il fatto che finalmente sono riuscito a prendere in mano un libro "Il Grande Gatsby" di Scott Fitzgerald (E  scusate se è poco!) che mi ha rilanciato nel mondo della lettura da cui mancavo ormai davvero da troppo, troppo tempo.

Tutto questo e...Hey! Sto anche andando  all'Accademia di Belle Arti a Brescia. "Santa Giulia"  per essere precisi. Corso di Grafica 1 A, per essere minuziosi.

Si, ecco...oltre alle mie vicende personali, di cui questo blog non è certo lo specchietto, la questione Accademia è forse l'argomento più ampio di cui trattare, ma non intendo in nessun modo dilungarmici. Ho conosciuto tanti nuovi personaggi ( "personaggi" della vita vera,  perché se fossero persone e basta sarebbero noiosi), tra professori e studenti, compagni di corso e vecchie conoscenze...Tutta gente che in qualche modo sente di potersi imbarcare in un mondo così saturo e altalenante come quello artistico quasi fosse un gioco. Oddio, lo è. Per me di sicuro, da  un certo punto di vista. Le lezioni sono carine, gli argomenti al più intriganti e utili. Spesso  nulla di nuovo ma c'è anche da dire che non sono in Accademia per conoscere chissà cosa di nuovo. Ho avuto 3 anni per esplorare ogni possibile meandro di photoshop, quel che mi serve sono scorciatoie o canali nuovi verso cui portare le mie abilità.
La vera novità sono programmi come Illustrator, di cui mi sono perdutamente innamorato, o In Design. La vera chicca sono i compiti del prof di Storia del Design Grafico, Alessandro Valente. ( uno dei personaggi fin'ora più incisivi dell'intera Accademia). O gli esercizi del professor Chiarini, al lunedì, nei quali si viene spronati a mettere la tecnica a servizio dell'ispirazione personale ( o vice versa) a favore di ogni possibile capacità personale, per stupire e differenziarsi.

Potrei andare avanti anche troppo ora...ma mi fermo qui.
 Magari un giorno mi sentirò abbastanza in vena da dedicare altre parole  ad altri campi di questo medesimo argomento.

Ah, e per chiunque pensava avrei parlato del  film di Edgar Wright o di quello con James Franco, Jonah Hill e compagnia  bella...
Ma sul serio??? Sono passati almeno 5 anni da ciascuno e dovrei parlarne ora così, a caso? Era sono una metafora perché sta per finire l'anno, suvvia. Una citazione, mettimola così...ma se ha aiutato a far aprire questa pagina tanto meglio...



Allego per concludere la mia esercitazione di Illustrator per il  professor Mutti non conclusa ahimè con trama sfumata e pressapochista nelle precedenti...ma tant'è.




E se c'è spazio anche il mio ultimo video del canale Youtube fantasma che gestisco con speed painting vari...Ehhhhh...che merda fare l'artista... =___=

("artista")
https://www.youtube.com/watch?v=ZkzpJKtwov8

venerdì 16 giugno 2017

Un giorno di ordinaria follia (IN VISITA ALLA SERGIO BONELLI EDITORE)

E' un mercoledì sera terribilmente afoso quello del 31 maggio 2017 e finalmente posso dedicare di nuovo un pò di tempo a qualche pensiero sotto forma di carattere nel mio piccolo blog.

Mi ero ripromesso di parlare di Guardiani della Galassia Vol. 2, il secondo capitolo della folle saga firmata Marvel Studios e James Gunn ma, all'alba di un giugno che si preannuncia particolarmente ricco, tutto quello a cui riesco a pensare è il disegno.
Il disegno, si. L'arte, il fumetto. La nona arte. Quel panorama tanto bello e lontano che solo ultimamente mi si mostra un pò più chiaro alla luce della mia miopia. Ma tutto questo dove vuole andare a parare? Tu, Matteo Pigoli, disegni fumetti, o almeno così dici in giro, se non ci pensi tu all'arte chi ci pensa?
Assolutamente. Ma la ragione di questo mio arrabattarmi è un poco diversa dalle solite...
In data venerdì 26, infatti, sono stato ospitato in via Buonarroti n. 38 a Milano city che per chi non lo sapesse (fino a tre settimane fa non ne avevo idea neanche io) è la sede editoriale niente meno che della SERGIO BONELLI EDITORE.

Ma facciamo un passo indietro...
A Napoli Comicon ho avuto l'immensa fortuna di fare due chiacchiere e dedicare il mio fumettino a Glauco Guardigli, curatore della testata di Nathan Never, che oltre alla cordialità e la conoscenza del settore dimostrata ha fatto qualcosa che proprio non mi sarei aspettato...
Mi ha lasciato il suo contatto dicendomi di farmi vivo ad una settimana dalla fine della manifestazione.
Ed è stato così che dopo un paio tentativi a vuoto al telefono e dopo aver preventivamente contattato il collega Alessandro Fusari già disegnatore per il sopracitato Nathan Never, al terzo e più casuale tentativo, dopo uno squillo appena, una voce risponde all'altro capo della linea. è Glauco Guardigli.

Dissolvenza. 

Ho continuato a ripensare a quel breve discorso al telefono fino al mio arrivo in quel di Milano, continuando a sperare di non aver sbagliato a memorizzare il giorno, di non aver frainteso l'orario o addirittura la disponibilità, di non essermi sognato tutto in qualche modo strano ma, no...Dovevo davvero portare ogni mio lavoro di ambito fumettistico degno di una qual si voglia nota alla sede Bonelli, a Milano.

Ed eccomi arrivato.

I miei pensieri, le mie paturnie, le mie aspettative, TUTTO, viene spazzato via una volta lì. Al numero 38 di via Buonarroti. La sede della Bonelli non è per nulla come l'avevo immaginata.
Non un palazzo di uffici grigio e corrotto dalla metropoli milanese ma un'anonimissimo condominio ricco di flora da balconi illuminato quanto basta da un sole pigro e dall'aria piacevole. Al suo ingresso un signore in carne dall'aria bonaria sta raccontando ad un gruppo di ragazzi di una classe superiore qualcosa che al mio udito ancora non è percepibile. Attendo.
Dopo 5 minuti mi faccio coraggio e passo in mezzo alla classe. Varco l'ingresso. Un receptonist dall'etnia non chiara mi indica il primo piano per raggiungere il signor Glauco. Salgo...
davanti alla targa luccicante non ho più dubbi, sono nel posto giusto. Suono e con mia sorpresa ( in maniera quasi teatrale) la porta alle mie spalle si apre. Al suo interno è un paradiso. I muri sono tappezzati di tavole originali, illustrazioni...la gente va e viene in maniera indifferente, naturale. Inizio a mettere in dubbio le mie percezioni.

Non proseguirò con una descrizione così accurata della mia visita alla Bonelli altrimenti perderei l'interesse dei pochi arrivati fino a qui nella lettura. La fortuna/sfortuna, ad ogni modo, volle che proprio quel giorno a Glauco toccasse il giro guidato della redazione alla classe da me già osservata all'ingresso e così, alla domanda: "Matteo allora, vuoi stare qui ad aspettarmi o ti va di seguirmi nel giro?" la mia unica e sola risposta fu seguire Glauco nei meandri dei quel paese delle meraviglie. come un moderno e altrettanto sperduto Dante Alighieri.
Ho avuto modo di seguire ogni fase del lavoro della casa editrice, di sentire le opinioni e i pareri di tanti diversi curatori, grafici, artisti, impiegati...Il tutto con il cuore a mille e gli occhi di un bambino nel paese dei balocchi dall'inizio alla fine. Ho bevuto una coca gentilmente offerta da Glauco e conosciuto il creatore del mondo di Dragonero a cui ho iniziato mostrando i miei lavori ed avendo incredibilmente riscontri positivi di seguito non smentiti da Franco Busatta, coordinatore di Dylan Dog e Giovanni Gualdoni, le cui correzioni sono state in realtà molte, affilate e dirette ma anche molto utili (come quelle di tutti quanti d'altronde).

Ho cercato di prediligere gli ultimi lavori fatti per il Napoli Comicon ed il mio progetto futuro, inserendo anche alcune tavole di Apatya, per cercare di dare una visione abbastanza chiara di quello che è il mio processo di crescita dall'estate scorsa ad oggi. Ho ricevuto critiche, dritte, ma anche complimenti sinceri e importanti. Mi sono stati consigliati autori da studiare per lo stile e la sacrosanta raccomandazione di studiare un sacco di anatomie in luce di una buona tecnica di narrazione visiva e compositiva (detto da loro è significato moltissimo).
"Un nuovo inizio", insomma. Un Checkpoint quello del 2017 per il quale riprometto a me stesso di tentare il salto di qualità, di superare quelli che sono i miei limiti attuali con più consapevolezza di quella con la quale li ho superati in passato e  uno sguardo a quel futuro che come me sfida molti altri giovani che vogliono fare di tutto questo qualcosa di concreto. Un futuro che resta "Anteriore" e che in tutto il marasma di spazzatura mediatica e umana che ci circonda trova nella spesso errata reclusione ascetica una nuova strada per riproporsi al grande (o piccolo) pubblico più forte di prima!
Grazie Glauco e a presto!

bottino e consigli alla lettura


P.s di due settimane dopo: sono passati 16
giorni da che avevo salvato come bozza questo post...riesco solo ora a pubblicarlo e per scelta l'ho lasciato completamente intatto proprio perchè nei suoi errori, imperfezioni e forse ingenuità è abbastanza genuino da risultare per me passabile.

Tra studio, lavori grafici per aziende, eventi in collaborazione con il Comune di Cremona e la sempre crescente passione per il parkour la possibilità di tenere veri e propri corsi di fumetto per bambini e ragazzi quest'estate il rischio di perdere di vista il significato di queste parole è dietro l'angolo...la possibilità di trovare del tempo per il sottoscritto come necessario per far fruttare i consigli di Glauco è a rischio ma, alla fine cos'è se non l'ennesimo mettersi alla prova? 



venerdì 12 maggio 2017

il NAPOLI COMICON 2017 di una persona con gravi complessi di inferiorità

È passata più di una settimana dalla fine del NAPOLI Comicon 2017, eppure solo ora riesco ad avere tempo e testa per ammucchiare un paio di parole su questa esperienza.
Un’esperienza che per certi versi (i più tecnici) è stata molto simile agli anni precedenti ma che per altri ha invece significato un particolare distaccamento dalle precedenti edizioni (a livello personale).

Una bella esperienza. :)

Quest’anno, infatti, praticamente tutti i vecchi compagni di avventura del Cfapaz con i quali gli anni scorsi avevo affrontato questa annuale fiera partenopea hanno scelto per un motivo o per l’altro di rinunciare alla loro presenza. Una scelta condivisibile e nella varietà dei casi sempre ragionata, ma anche una scelta che mi ha, in un modo o nell'altro, messo di fronte all'evidenza che già prima della partenza, questo Comicon sarebbe stato diverso.
Ma non è questo però l’aspetto che più mi ha intrattenuto in un marasma di pensieri e paure, domande e dubbi, per le due settimane che hanno preceduto la partenza. Nossignore.
 Quell’aspetto è sicuramente stato “Futuro Anteriore”.
Ma cos’è Futuro Anteriore?” Dirà, la maggior parte della gente che tra i miei contatti potrebbe aver la voglia di leggere questo piccolo estratto, quasi un diario, che mi sto sforzando di raccontare.
È presto detto.

Futuro Anteriore è un progetto che ogni anno la mostra di Oltremare propone in collaborazione con il Centro fumetto “Andrea Pazienza” di Cremona al fine di mettere in evidenza alcune delle nuove interessanti realtà del panorama esordiente del già abbastanza variegato universo fumettistico. Un piccolo spazio all’interno della mostra in cui pochi fortunati esordienti hanno la possibilità di esporre le loro capacità agli occhi di pubblico, editori, altri autori, …insomma TUTTI coloro che per un motivo o per l’altro, durante il periodo della manifestazione, hanno  la possibilità di calcare la moquette dell’area mostre del Napoli Comicon. Una bellissima iniziativa che ha visto negli anni solo tre esponenti Cremonesi: Anna Merli (ex-collaboratrice Disney e coautrice per Bao di un lavoro con Barbara Canepa), Francesca Follini (insegnante dei corsi con i quali io stesso sono cresciuto artisticamente che ora lavora per Francia e Stati Uniti) e Roberta Sacchi (quest’anno presente in ben 3 case editrici con i suoi lavori).


Peccato che quest’anno tra i fortunati autori ci sia stato pure io. Matteo Pigoli. Uscito al Lucca comics dell’anno scorso con un unico lavoro: “Apatya”, non privo di imperfezioni ma sicuramente limitante come biglietto da visita…Un signor nessuno, autodidatta, di fronte ad un oceano di artisti che studiano da una vita, con una tecnica ed una direzione artistica ben definita. Inutile dire quanto mi potessi sentire un pesce fuor d’acqua per quanto “fuor d’acqua” ci volessi comunque in un modo o nell’altro andare. Inadeguatezza, è stata la parola chiave mentre cercavo di pensare ad un motivo che non fosse la raccomandazione o peggio per il quale mi trovassi lì…

Ma come ho superato questi pensieri? Come sono riuscito a pensare di meritare quel ruolo che poteva spettare come a me a molti altri artisti più bravi e sconosciuti ai più? Come ho potuto trasformare un’esperienza con così tante ombre in un’esperienza positiva all’ennesima potenza?
Bhè, in realtà non l’ho fatto. Non ho superato nulla.  Non l’ho fatto, zero.

Ho conosciuto però nuove persone, come l’editore Glauco Guardigli e il compagno di mostra Kevin Scauri, dal background diverso dal mio, presente nella Self Area con il collettivo “Armata Spaghetto” per Sciame Press che acquistando mi ha dato modo di scambiare due parole con Raffaele Sorrentino.
Ho fatto serata con i giapponesi dell’Asian Village, ubriachissimi, e mi sono goduto la “deliranza” di Michele Ginevra in discoteca.
Ho venduto forse pochi fumetti, il che mi è stato anche fatto notare esplicitamente nel viaggio di ritorno, ma ho avuto l’opportunità di parlare un po' con ogni singola persona si sia interessata a me. Una ragazza che voleva diventare fumettista e che insieme al suo ragazzo mi ha proposto la sua moleskine chiedendomi pareri professionali, due ragazzi che oltre ad acquistare “Apatya” hanno comprato anche uno sketch di Death. Un signore calvo molto intenzionato a supportare i giovani esordienti che durante tutta la fiera OGNI VOLTA non è mancato di salutarmi con un sorriso passando davanti allo stand…ed infine anche quello che ho scoperto successivamente essere il curatore della testata Bonelli di NATHAN NEVER, che con il suo modo gentile e cordiale mi ha fatto il terzo grado su quale fosse il mio metodo di lavoro! xD

Insomma, persone vere e non cifre su un foglio di carta o in una cassa di metallo o che comunque, finchè posso permettermi di vederla come singolo individuo, mi piace pensare così…

Il tutto coronato dalla presenza dei miei compagni di viaggio: Laura, Roby, Elena e Mic Gin. In parte nuovi, in parte vecchia scuola ma sicuramente presenze essenziali della trasferta. (giocare a sigaretta del ritorno è stato fantasmagorico!!!)
Ognuna di queste persone in fondo mi ha allontanato dallo spettro dell’ansia da prestazione, dell’inadeguatezza e dalla smania di vendere chissà quanto. Mi hanno dato molto di più, una personalità più solida e delle fondamenta su cui lavorare. Fiducia, in sostanza.

Non penso mi libererò mai del mio complesso di inferiorità ma anche grazie a tutto questo ora so che posso scenderci a compromessi…E continuare a migliorare senza cadere nei compromessi sbagliati che limitano chiunque voglia fare della propria arte quel che merita in libertà.



P.s: Un particolare ringraziamento a coloro che mi hanno assistito nel gruppo “quanto deve bere Pigoli stasera?” con il quale ci si aggiornava in linea diretta Cremona-Napoli XD

A SEGUIRE LE 4 TAVOLE A TEMA "IL WEB" CHE HO REALIZZATO PER FUTURO ANTERIORE:



venerdì 21 aprile 2017

Speed draw di una tavola ignota



Le sigle degli anime sono state scelte abbastanza a caso...One Punch Man, perchè sono ancora un pò in fissa ed è obiettivamente bellissima la sigla...(estesa perchè se no riempiva poco) Trigun e Saiyuki perchè sono la mia infanzia più cazzuta.



La tavla è incompleta, mi è venuto in mente di ripredere solo quando l'avevo già iniziata e obiettivamente ci stavo mettendo troppo così ho fermato ad un certo punto...amen, sarà quel che sarà.

In più la messa a fuoco automatica ha un pò fatto casino...

lunedì 10 aprile 2017

"Ma voi ci campate con quello che vi piace fare"? CRONACHE DI UN CORSO DI FUMETTO AL LICEO

È il 10 aprile 2017. Una mattina bella, soleggiata e anonima. Un Lunedì mattina per la precisione.


È in questo clima che due loschi figuri col nome del sottoscritto e di Ludovico Miragoli si apprestano a “tenere” un corso di fumetto ad alcune classi del Liceo delle Scienze Umane “Sofonisba Anguissola" di Cremona.
Ma come si può intrattenere un pubblico di ragazzi che delle lezioni sono nati con le palle piene e del fumetto non sanno o pensano di sapere granchè?
Difficile entrare in una classe di una ventina di alunni, per la stragrande maggioranza ragazze, e sapere veramente a cosa andrai incontro…Magari ti capita il buffone di turno, che risponde sornione ad ogni tentativo di comunicazione fra le due parti,  o magari il sapientone, che pensa  di sapere o ne sa più di te e battendosi per farlo vedere a tutto il creato ti indispone risvegliando quella vena di misantropia che silenziosa riposa dentro di te… o ancora, nel peggiore dei casi, la classe non viene coinvolta, non riesce a ricevere il tuo messaggio e l’interazione, che da sperata e fallita diventa totalmente inesistente, trasforma le due ore successive in un inferno di imbarazzo e sudore ascellare.

Tutti pensieri, questi, che frullano nella mente di una persona che come me si è approcciata già in altre circostanze a lezioni di fumetto (precisiamo, o erano bambini delle elementari, delle medie o amici e conoscenti) ma non ha mai cementificato l’attitudine all’insegnamento in maniera  abbastanza professionale. 

Le rappresentanti d'istituto ci scortano alla classe designata come i secondini del "Miglio Verde" scortano John Coffey ed ora ci osservano da fuori la porta
La professoressa ci saluta, ripulisce la cattedra dal suo materiale e ci dà carta bianca. Nessuna introduzione, nessun intermediario. Ore 9.15, è iniziata!

Non mi soffermerò troppo a lungo su ogni dettaglio dei brevi corsi alle due classi, entrambe terze, del liceo ma come ben sperato, lentamente e con il linguaggio giusto siamo riusciti (in particolare Ludovico, già addestrato nei corsi delle scuole con il socio Motta Baluffiano Michele Nazarri) ad acquistare l'interesse generale delle più di venti ragazze e ragazzi, giustamente partiti un pò freddi e privi di aspettative.


Le domande spesso sono il mezzo migliore per intrattenere una lezione. La partecipazione, la richiesta di un quesito, semplice o difficile che sia, mette gli interlocutori nella situazione di far valere il proprio pensiero e non solo di ricevere nozioni a raffica. “Avete mai letto un fumetto?”, “Avete mai visto un cartone animato e se si quali?”, domande semplici e banali ma che ci hanno aiutato ad introdurre il tema del MANGA così che tutti/e potessero sentirsi coinvolti.
A questo punto non è necessario raccontare dell’istante di panico in cui alla terza ora Ludovico è dovuto andar via e mi sono ritrovato a far lezione da solo imparando a sciogliermi di più…o contare il numero di parolacce usate per enfatizzare l’importanza di “Ken il guerriero” nella cultura moderna. Esprimere l’emozione di vedere persone affascinate dai lavori che tu per primo ritieni magari appena passabili o mediocri, descrivere il momento di disegno collettivo in cui ogni allieva doveva disegnare la sua controparte “Chibi”. Tutto questo è il sunto, ma non è quello che veramente mi è rimasto. Sono emozioni si, ma non sono la prima cosa che mi viene in mente quando penso a stamattina.
Quello che veramente mi è rimasto impresso sono state le domande che hanno fatto alcuni ragazzi e ragazze:

 “Siete bravissimi, mostruosi…ma perché non siete famosi?”

“Ma voi ci campate con quello che vi piace fare?”

Domande alle quali abbiamo risposto con la massima onestà e quindi in maniera negativa ma che nonostante la consapevolezza dei fatti non hanno potuto non farmi venire un po' di amaro in bocca…

Mi sono sentito personalmente in discussione ( e giustamente)

All’alba dei 25 anni inizierò l’Accademia di Belle Arti, proprio perché voglio diventare realmente “bravissimo e mostruoso”, migliorando le competenze, ampliando le conoscenze, incntrando gente nuova e del settore…ma soprattutto perché con quello che mi piace IO ci voglio campare. Che sia in questo paese o in un altro, che sia domani o tra 5 anni…

E magari, dico magari, un giorno entrare in un’altra classe e sentirmi domandare:

 “Ma come fai a vivere di quello che ti piace fare?”


domenica 2 aprile 2017

Tra CELLULOSA e CELLULOIDE



Sarò conciso. A nessuno piace quando la gente blatera a caso, specie se non ha nulla da dire in particolare. Queste, sono tre delle ultime illustrazioni, se così si possono definire, che ho realizzato nelle ultime settimane. Alla notizia che non sarei dovuto uscire con il mio ultimo lavoro per l'imminente fiera di Napoli (il COMICON) ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono subito dedicato all'arte millenaria del "cazzeggio".

Ma visto che come come i sogni, la fantasia trae le sue basi dalla realtà che ci circonda non ho potuto fare a meno di essere influenzato dai film  vecchi e nuovi che mi sono (ri)guardato in questo periodo...





CHAPPIE/ HUMANDROID: Terzo lavoro di Neil Blompkamp, regista di District 9, mi aveva spiazzato sul finale quando lo vidi in sala. Ma è invecchiato bene, la storia colpisce, lascia il segno e Hugh Jackman, ben lontano dalla figaggine di "Logan" definisce un villain che è tutto quello che fa paura al giorno d'oggi: il maniaco dell'ordine e della sicurezza, il conservatore senza scrupoli e disposto a tutto, la dimostrazione che non è chi è senza valori ad essere una minaccia alla libertà. Mentre il robot Chappie impara da un gruppo di gangster dei bassifondi valori e colpe della società moderna.

Quindi, visto il mio amore incondizionato per tutto ciò che ha personalità non ho potuto fare a meno di dedicare uno SKETCH a Yolandi, co-protagonista del film e cantante nel duo Die Antwoord.

     ALIEN ( quello di Ridley Scott) : Capolavoro fusione tra brivido e fantascienza è una di quelle collaborazioni, quella tra Scott e il maestro Hans Giger, che ha donato alla storia del cinema ed alla cultura popolare l'antitesi di E.T l'extraterrestre. Avendo il dvd da tempo ma non avendolo mai più riguardato non potevo esimermi dal dedicare un foglio fabriano F2 a Ripley e la "sua" creatura, l'alieno xenomorfo, protagonista insieme a lei di 4 film di successo della saga "Alien" (Sia, chiaro, reputo ognuno dei seguiti un buon film).


JOHN WICK / JOHN WICK: CHAPTER 2: Revenge movie dalla trama basica in cui un Keanu Reeves in formissima dimostra qual'è la differenza tra un Action di classe e tutto il resto. In un mondo in cui ogni cosa è gestita da crimine organizzato e congreghe di sicari d'onore per i quali è impossibile non perdere la testa (per lo stesso principio della personalità prima definito), sarà l'ex pezzo da novanta, "Babayaga", l'uomo nero ad essere costretto a tornare in servizio e far vedere ai pivellini come si uccide ancora una volta. Adrenalina a mille e classe altissima per entrambi i capitoli della saga.
Si, lo so, ho mentito, non sono stato affatto conciso...

Live Drawing SKETCH_Inked Yolandi



Questo l'avevo fatto una settimana fa, prima di aprire il Blog. Il consiglio implicito in questo caso era guardare Chappie, film di fantascienza di Neil Blomkamp, già acclamato regista Sud Africano per District 9 e Elysium.



Il soggetto dello speed Draw è Yolandi, artista cantante del duo Die Antwoord che nel film ha un ruolo chiave risultando a tutti gli affetti coprotagonisti insieme al robot Chappie che in Italia e buona parte del mercato europeo ha preso il nome di HUMANDROID.




Speed SKETCH_inked Dick Tracy (1990)





Come primo post delle "Imprevedibili virtù dell'Ignoranza" me la gioco in casa presentando lo speed sketch da poco realizzato di Dick Tracy, personaggio fumettistico e cinematografico che ho potuto apprezzare nel film di Warren Beatty del 1990.



La pellicola è un noir con una fotografia realizzata prediligendo i colori primari: Rosso, Blu e Giallo. I suoi personaggi si presentano uno più caricaturizzato dell'altro ed il rapporto tra Dick Tracy ed il boss della malavita Big Boy Caprice, interpretato da Al Pacino con il doppaggio di Ferruccio Amendola, ricorda in maniera più sopra le righe quello tra Al Capone e l'ispettore Eliot Ness de "Gli Intoccabili". Insomma, un tuffo in  quegli anni 20/30 del proibizionismo e dell'ascesa del crimine organizzato. Un cinecomics ben realizzato, seppur finito per molti nel dimenticatoio e che mi sento personalmente di consigliare a chiunque abbia tempo e voglia di ripescarselo, magari aiutato da Netflix (io l'ho beccato con le aggiunte di questo mese).



P.s: Il film ha vinto anche 3 oscar di cui uno per la canzone originale "Sooner or Later" di Madonna che nel film interpeta anche la languida Mozzafiato Mahoney ed è...veramente mozzafiato.